1. L’azione 3 dell’Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting (BEPS Action Plan, OCSE, 2013) riconosce che i gruppi possono creare società collegate/controllate non residenti a cui trasferiscono redditi, e che tali società collegate/controllate possono essere costituite interamente o parzialmente per motivi fiscali piuttosto che per ragioni economiche extra fiscali[1]. La norme sulle società controllate estere (CFC Rules) e altre regole anti-differimento combattono questa problematica consentendo alle giurisdizioni di attrarre a tassazione i redditi derivati da società controllate/collegate estere ove siano soddisfatte determinate condizioni. Tuttavia, alcuni paesi attualmente non dispongono di regole CFC mentre altri paesi hanno regole che non sempre neutralizzano le situazioni di BEPS in modo completo. L’azione 3 richiede lo sviluppo di “raccomandazioni relative alla progettazione delle norme sulle società controllate estere”. L’obiettivo è quello di sviluppare raccomandazioni per la progettazione di regole CFC che siano efficaci nell’affrontare la BEPS.

2. Le regole CFC sono esistite nel contesto fiscale internazionale per oltre cinque decadi e dozzine di paesi hanno implementato queste regole. Questa relazione prende in considerazione tutti gli elementi distintivi delle regole CFC e li suddivide in “elementi costitutivi” che sono necessari per la progettazione di regole CFC efficaci. Questi elementi costitutivi consentirebbero ai paesi che non dispongono di una normativa CFC di attuare direttamente le regole raccomandate e ai paesi che dispongono di una normativa CFC esistente di modificare le loro regole per allinearsi più strettamente alle raccomandazioni. Questi elementi costitutivi includono:

  1. Regole per la definizione di una CFC (compresa la definizione di controllo);
  2. Esenzioni CFC e requisiti di soglia;
  3. Definizione di reddito da CFC;
  4. Regole per il calcolo del reddito;
  5. Regole per l’attribuzione del reddito;
  6. Regole per prevenire o eliminare la doppia imposizione.

3. Prima di discutere questi sei elementi costitutivi, questa relazione affronta in primo luogo le considerazioni politiche da considerare nel contesto dell’azione 3. Queste includono considerazioni politiche condivise che tutte le giurisdizioni considerano durante la progettazione di norme CFC e diversi obiettivi politici che sono collegati ai sistemi fiscali nazionali delle singole giurisdizioni. Le considerazioni politiche condivise comprendono il ruolo delle norme CFC come misura deterrente, come le norme CFC si integrano con le norme sui prezzi di trasferimento, la necessità di bilanciare l’efficacia delle norme CFC con la riduzione degli oneri amministrativi e di adempimento e la necessità di bilanciare l’efficacia delle norme CFC con la prevenzione o l’eliminazione della doppia imposizione. Nell’affrontare queste considerazioni politiche, le giurisdizioni attribuiscono priorità ai loro obiettivi strategici in modo diverso e tale priorità dipende, in parte, dal fatto che abbiano sistemi fiscali basati sul principio di tassazione su base mondiale (worldwide taxation principle) o territoriale[2] e se siano Stati membri dell’Unione Europea. Questi problemi politici sono tutti esaminati brevemente nel Capitolo 1. I capitoli seguenti illustrano quindi gli elementi costitutivi. Le raccomandazioni discusse in questa relazione sono progettate per affrontare la BEPS. Si riconosce che alcuni paesi sono preoccupati per il differimento delle imposte a lungo termine e che le raccomandazioni devono fornire una flessibilità sufficiente affinché le giurisdizioni possano definire le norme CFC che affrontano la BEPS in modo coerente con i loro obblighi giuridici internazionali e gli obiettivi politici dei loro sistemi fiscali nazionali.

4. Il lavoro sulle norme CFC è stato coordinato con il lavoro su altre azioni del piano, tra cui l’azione 1 (in tema di sfide fiscali dell’economia digitale), l’azione 2 (in tema di disallineamenti da ibridi), l’azione 4 (in tema di deduzioni di interessi passivi), l’azione 5 (in tema di contrasto alle pratiche fiscali dannose) e le Azioni 8-10 (in tema di prezzi di trasferimento).


[1] Le ragioni economiche extra fiscali potrebbero includere, ad esempio, la disponibilità di dipendenti, maggiori risorse o un ambiente legale più favorevole. Le norme CFC non sono limitate, per definizione, a situazioni in cui le CFC sono controllate dalle persone giuridiche, e le giurisdizioni dovrebbero considerare la possibilità di progettare norme CFC da applicare in situazioni in cui le CFC sono controllate da persone fisiche.

[2] In realtà, i sistemi fiscali delle giurisdizioni non sono quasi mai basati puramente sul principio di tassazione su base mondiale o territoriali, ma rientrano in uno spettro tra questi due estremi.

Bibliografia

OECD (2013), Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting, OECD Publishing, Paris, http://dx.doi.org/10.1787/9789264202719-en.