Il Capitolo II, parte III, sezione B, delle presenti linee guida contiene indicazioni generali sul metodo del margine netto della transazione. Le ipotesi riguardanti gli accordi conformi al principio di libera concorrenza sono riportati nei seguenti esempi a soli fini illustrativi, che pertanto non intendono stabilire norme in materia di aggiustamenti e di accordi basati sul principio di libera concorrenza in situazioni reali o in settori particolari. Tali esempi tentano di illustrare la corretta applicazione dei principi contenuti nelle sezioni delle linee guida alle quali si riferiscono, tenuto conto ad ogni modo che tali principi devono essere applicati in base ai fatti e alle circostanze del caso di specie. Inoltre, i commenti riportati qui di seguito riguardano l’applicazione di un metodo del margine netto della transazione in situazioni in cui, tenuto conto dei fatti e delle circostanze del caso di specie e, in particolare, dell’analisi di comparabilità (ivi compresa l’analisi funzionale) della transazione e dell’esame dei dati disponibili sulle transazioni tra parti indipendenti comparabili, tale metodo si rivela il più adeguato.  

1. È riconosciuto che il metodo del margine netto della transazione può essere meno sensibile a certe differenze nelle caratteristiche dei prodotti rispetto ai metodi di confronto del prezzo o del prezzo di rivendita. Nella pratica, quando si applica il metodo del margine netto della transazione, si pone maggiormente l’accento sulla comparabilità funzionale che sulle caratteristiche dei prodotti. Il metodo del margine netto della transazione può essere meno sensibile ad alcune differenze nelle funzioni che si manifestano attraverso variazioni di spese operative, come illustrato qui di seguito.

Illustrazione 1: Effetti di differenze nella dimensione e nella complessità dell’attività di marketing svolta da un distributore
L’esempio sottostante è riportato solo a fini illustrativi. Non intende fornire indicazioni sulla scelta del metodo di determinazione dei prezzi di trasferimento o sulla scelta dei comparabili, sull’efficienza dei distributori o sul tasso di rendimento di libera concorrenza, ma mira esclusivamente ad illustrare gli effetti delle differenze di dimensione e di complessità dell’attività di marketing di un distributore e dei comparabili.

 Caso 1
Il distributore svolge un’attività di marketing limitata
Caso 2
Il distributore svolge un’attività di marketing più importante
Vendite di prodotto (a fini illustrativi, si suppone che i due distributori vendano lo stesso volume dello stesso prodotto sullo stesso mercato allo stesso prezzo)1.0001.000
Prezzo d’acquisto da un produttore, tenuto conto dell’importanza dell’attività di marketing del distributore, conformemente all’analisi funzionale600480 (*)
Margine lordo400 (40%)520 (52%)
Spese di marketing50150
Altre spese (spese generali)300300
Margine netto50 (5%)70 (7%)
(*) Si suppone che, nel presente caso, la differenza pari a 120 nel prezzo della transazione corrisponda alla differenza nella dimensione e nella complessità dell’attività di marketing svolta dal distributore (spesa supplementare pari a 100 più la remunerazione dell’attività del distributore)

2. Nell’illustrazione 1, se un contribuente tratta con un produttore associato nelle condizioni del caso 2, mentre una terza parte “comparabile” opera nelle condizioni del caso 1, e supponendo che le differenze nella dimensione e nella complessità dell’attività di marketing non siano identificate per mancanza di informazioni sufficientemente dettagliate sulle terze parti “comparabili”, il rischio di errore nell’applicare un metodo basato sul margine lordo potrebbe essere pari a 120 (12% x 1 000), mentre sarebbe pari a 20 (2% x 1 000) se si applicasse un metodo del margine netto della transazione. Ciò illustra il fatto che, a seconda delle circostanze del caso di specie e, in particolare, dell’effetto delle differenze funzionali sulla struttura dei costi e sui proventi conseguiti dai “comparabili”, i margini netti possono essere meno sensibili dei margini lordi alle differenze di dimensione e di complessità di alcune funzioni.

Illustrazione 2: Effetti di una differenza del livello di rischio assunto da un distributore
L’esempio sottostante è riportato solo a fini illustrativi. Non intende fornire indicazioni sulla scelta del metodo di determinazione dei prezzi di trasferimento o dei comparabili, sull’efficienza dei distributori o sul tasso di rendimento di libera concorrenza, ma mira esclusivamente ad illustrare gli effetti delle differenze di livello di rischio assunto da un distributore e dai “comparabili”.

 Caso 1
Il distributore non assume il rischio di obsolescenza dei prodotti perché usufruisce di una “clausola di riacquisto degli stock” ai sensi della quale il produttore si impegna a riacquistare gli stock invenduti
Caso 2
Il distributore assume il rischio di obsolescenza dei prodotti. Non usufruisce di una “clausola di riacquisto degli stock” nella sua relazione contrattuale con il produttore
Vendite di prodotto (a fini illustrativi, si suppone che i due distributori vendano lo stesso volume dello stesso prodotto sullo stesso mercato allo stesso prezzo)1.0001.000
Prezzo d’acquisto da un produttore, tenuto conto del rischio di obsolescenza, conformemente all’analisi funzionale700640 (*)
Margine lordo300 (30%)360 (36%)
Perdite sugli stock obsoleti050
Altre spese (spese generali)250250
Margine netto50 (5%)60 (6%)
(*) Si suppone che, nel presente caso, la differenza pari a 60 nel prezzo della transazione corrisponda alla differenza nella ripartizione del rischio di obsolescenza tra il produttore e il distributore (perdita supplementare pari a 50 più la remunerazione del distributore), ossia il prezzo della clausola contrattuale di “riacquisto di stock”

3. Nell’illustrazione 2, se una transazione tra imprese associate è effettuata nelle condizioni del caso 1 allorché le terze parti “comparabili” operano nelle condizioni del caso 2, e supponendo che la differenza nel livello di rischio non sia identificata per mancanza di informazioni sufficientemente dettagliate sulle terze parti “comparabili”, il rischio di errore nell’applicare un metodo basato sul margine lordo potrebbe essere pari a 60 (6% x 1 000), mentre sarebbe pari a 10 (1% x 1 000) se si applicasse il metodo del margine netto della transazione. Ciò illustra che, a seconda delle circostanze del caso di specie e, in particolare, degli effetti delle differenze nel livello di rischio sulla struttura dei costi e sui proventi conseguiti dai “comparabili”, i margini netti possono essere meno sensibili dei margini lordi alle differenze nel livello di rischi (fermo restando che la ripartizione dei rischi sia conforme alle condizioni di libera concorrenza).

4. Di conseguenza, le imprese che svolgono funzioni diverse possono avere un intervallo di margine lordo molto ampio, pur realizzando utili netti globalmente simili. Ad esempio, i commentatori economici indicano che il metodo del margine netto della transazione sarebbe meno sensibile alle differenze di volume, di dimensione e di complessità di alcune funzioni e del livello delle spese operative. Allo stesso tempo, tale metodo può essere più sensibile del metodo del costo maggiorato e del metodo del prezzo di rivendita alle differenze nell’utilizzazione delle capacità, giacché i divari tra il livello di assorbimento dei costi fissi indiretti (ad esempio, costi di produzione fissi e costi di distribuzione fissi) inciderebbe sull’utile netto, mentre non avrebbe necessariamente un impatto sul margine lordo o sul ricarico lordo sui costi, se questi ultimi non si traducono in differenze di prezzo, come illustrato qui di seguito.

Illustrazione 3:        Effetti di una differenza nell’utilizzo delle capacità del produttore
L’esempio sottostante è riportato solo a fini illustrativi. Non intende fornire indicazioni sulla scelta del metodo di determinazione dei prezzi di trasferimento o dei comparabili o sul tasso di rendimento di libera concorrenza, ma mira esclusivamente ad illustrare gli effetti delle differenze di utilizzo delle capacità del produttore e dei “comparabili”.

 Caso 1
Il produttore lavora a piena capacità: 1 000 unità all’anno
Caso 2
Il produttore lavora in eccedenza di capacità. Produce l’80% di quello che potrebbe produrre a piena capacità: 800 unità all’anno
Vendite di prodotti manifatturieri (a fini illustrativi, si suppone che i due produttori abbiano la stessa capacità totale e producano e vendano lo stesso prodotto sullo stesso mercato allo stesso prezzo di 1 u.m. per prodotto) (*)1.000800
Costo delle merci vendute: costi diretti più ripartizione standard dei costi di produzione indiretti (a fini illustrativi, si suppone che i due produttori abbiano lo stesso costo variabile di produzione delle merci vendute per unità, ossia 0,75 u.m. per prodotto e costi fissi di personale pari a 50)Variabile: 750 Fisso: 50 Totale: 800Variabile: 600 Fisso: 50 Totale: 650
Ricarico lordo sui costi dei prodotti venduti200 (25%)150 (23%)
Costi indiretti (a fini illustrativi, si suppone che i due produttori abbiano gli stessi costi indiretti)150150
Margine netto50 (5%)Breakeven (0%)
(*) Ciò presuppone che l’utilizzazione delle capacità del produttore non incida sul prezzo di libera concorrenza dei prodotti manifatturieri

5. Nell’illustrazione 3, se una transazione tra imprese associate è effettuata nelle condizioni del caso 1 allorché le terze parti “comparabili” operano nelle condizioni del caso 2, e supponendo che la differenza nell’utilizzazione delle capacità non sia identificata per mancanza di informazioni sufficientemente dettagliate sulle terze parti “comparabili”, il rischio di errore nell’applicare un metodo basato sul margine lordo potrebbe essere pari a 16 (2% x 800), mentre sarebbe pari a 50 (5% x 1 000) se si applicasse il metodo del margine netto della transazione. Ciò illustra che i margini netti possono essere meno sensibili dei margini lordi alle differenze di utilizzazione delle capacità, a seconda delle circostanze del caso di specie e, in particolare, della proporzione dei costi fissi e dei costi variabili e del fatto che sia il contribuente oppure il “comparabile” ad essere in situazione di sovraccapacità produttiva.