Sommario

Acronimi e abbreviazioni

Capitolo 1 – Introduzione

Capitolo 2 – Sfondo

Capitolo 3 – Piano d’azione

  1. Azioni

(i) Stabilire la coerenza internazionale delle imposte sul reddito delle società

(ii) Ripristinare gli effetti e i vantaggi degli standard internazionali

(iii) Garantire la trasparenza, promuovendo al contempo una maggiore certezza e prevedibilità

(iv) Da politiche concordate a norme fiscali: la necessità di una rapida l’attuazione delle misure

  1. Tempistica
  2. Metodologia

(i) Un processo inclusivo ed efficace: il lancio del Progetto BEPS dell’OCSE e del G20 ed il coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo

(ii) Un processo efficiente

(iii) Consulenza con le imprese e la società civile

Riferimenti

Allegato A – Lista delle azioni e tempistica


Acronimi e abbreviazioni

BEPSErosione della base imponibile e spostamento di profitti
CFCSocietà estera controllata
MAPProcedura amichevole
OCSEOrganizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo
IMNImprese multinazionali
SOStabile organizzazione
ONUOrganizzazione delle Nazioni Unite
VATImposta sul valore aggiunto
GSTImposta su beni e servizi

Capitolo 1 – Introduzione

Le nostre economie nazionali hanno beneficiato della globalizzazione. La globalizzazione non è nuova, ma il ritmo di integrazione delle economie e dei mercati nazionali ha incrementato in modo sostanziale, negli ultimi anni, la libera circolazione dei capitali e del lavoro, lo spostamento di siti produttivi da luoghi ad alto costo a luoghi a basso costo, la progressiva eliminazione delle barriere commerciali, tecnologiche e gli sviluppi nelle telecomunicazioni, e la sempre maggiore importanza della gestione dei rischi e dello sviluppo e la tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale, hanno avuto un impatto importante sul modo in cui avvengono le attività transfrontaliere. La globalizzazione ha favorito il commercio e l’aumento degli investimenti diretti esteri in molti paesi. Pertanto la globalizzazione sostiene la crescita, crea posti di lavoro, promuove l’innovazione, e ha sollevato milioni di persone dalla povertà.

La globalizzazione impatta sui regimi nazionale dell’imposta sul reddito delle società. Già nel 1920, la Società delle Nazioni ha riconosciuto che l’interazione dei sistemi fiscali nazionale può portare ad una doppia imposizione con effetti negativi sulla crescita e sulla prosperità globale. Tutti i paesi del mondo concordano sulla necessità di eliminare la doppia imposizione e sulla necessità di raggiungere questo obiettivo sulla base di norme internazionali condivise che siano chiare e prevedibili, dando certezza sia ai governi che alle imprese. Il diritto tributario internazionale è dunque un pilastro chiave nel sostenere la crescita dell’economia mondiale.

Come l’economia è diventata più integrata a livello globale, così lo sono diventate le aziende. Le imprese multinazionali rappresentano oggi una grande percentuale del PIL globale. Inoltre, gli scambi infragruppo rappresentano una quota crescente del commercio globale. La globalizzazione ha portato al passaggio da modelli operativi specifici per paese a modelli globali basati sulla gestione di un’organizzazione di tipo matriciale e di catene di approvvigionamento integrate che centralizzano diverse funzioni a livello regionale o globale. Inoltre, la crescente importanza del settore dei servizi nell’economia e di prodotti digitali che spesso possono essere forniti attraverso Internet ha reso molto più facile per le aziende individuare numerose attività produttive in posizioni geografiche distanti dalla posizione fisica della loro clientela. Questi sviluppi sono stati esacerbati dalla crescente sofisticazione dei pianificatori fiscali per identificare e sfruttare gli arbitraggi normativo e le opportunità dei confini della pianificazione fiscale accettabile, fornendo così alle IMN una maggiore confidenza nel prendere posizioni fiscali aggressive.

Questi sviluppi hanno aperto nuove opportunità per le IMN per ridurre notevolmente il loro carico fiscale. Questo ha portato ad una situazione di tensione in cui i cittadini sono diventati più sensibili alle questioni di equità fiscale. E’ diventata una questione critica per tutte le parti in causa:

  • I governi sono danneggiati. Molti governi devono far fronte a meno entrate e un costo più elevato per garantire la compliance. Inoltre, la BEPS mina l’integrità del sistema fiscale, sicché il pubblico, i media e alcuni contribuenti ritengono che il basso carico fiscale sulle società sia iniquo. Nei paesi in via di sviluppo, la mancanza di gettito fiscale porta ad un livello criticamente basso del finanziamento degli investimenti pubblici che potrebbe contribuire a promuovere la crescita economica. L’allocazione globale delle risorse, influenzata da comportamenti derivanti da sole ragioni fiscali, non è ottimale;
  • I contribuenti individuali sono danneggiati. Quando le norme fiscali consentono alle imprese di ridurre il proprio carico fiscale spostando il loro reddito dalle giurisdizioni in cui sono svolte le attività che producono quel reddito, altri contribuenti in quella giurisdizione devono sopportare una quota maggiore del carico fiscale;
  • Le imprese sono danneggiati. Le IMN possono affrontare significativi rischi sulla loro reputazione se la loro aliquota fiscale effettiva viene considerata troppo bassa. Allo stesso tempo, diverse aziende possono valutare tale rischio in modo diverso, e non riuscire ad approfittare delle opportunità legali di ridurre l’onere fiscale di un’impresa può mettere la stessa impresa in una situazione di svantaggio competitivo. Allo stesso modo, le aziende che operano solo sui mercati nazionali, comprese le imprese familiari o le nuove imprese innovative, hanno difficoltà a competere con le IMN che hanno la capacità di spostare i loro profitti attraverso le frontiere per evitare o ridurre le tasse. La concorrenza leale è danneggiata dalle distorsioni indotte dalla BEPS.

Capitolo 2 – Sfondo

La tassazione è al centro della sovranità dei paesi, ma l’interazione di norme fiscali nazionali, in alcuni casi porta a lacune e attriti. Quando progettano le loro regole fiscali nazionali, gli Stati sovrani non possono sufficientemente prendere in considerazione l’effetto delle regole di altri paesi L’interazione di insiemi indipendenti di regole applicate da parte dei paesi sovrani crea attriti, compresa la potenziale doppia imposizione per le società che operano in diversi paesi ma crea anche le lacune, nei casi in cui il reddito d’impresa non è tassato né nel paese di origine né nel paese di residenza, o è tassato solo a tassi nominali Nel contesto nazionale, la coerenza è di solito realizzata attraverso un principio di corrispondenza – un pagamento che è deducibile dal pagatore è generalmente imponibile nelle mani del destinatario, se non è espressamente esentato. Non esiste, invece, un simile principio di coerenza a livello internazionale, il che lascia molto spazio per l’arbitraggio da parte dei contribuenti, anche se gli Stati sovrani hanno collaborato per garantire la coerenza in un ambito ristretto, cioè di evitare la doppia tassazione.

Le norme internazionali hanno cercato di affrontare questi attriti in un modo che rispetti la sovranità fiscale, ma restano delle lacune. Fin dagli anni ‘20, è stato riconosciuto che l’interazione dei sistemi fiscali nazionali può portare a sovrapposizioni nell’esercizio della potestà impositiva, che a sua volta può causare la doppia imposizione. I paesi hanno lavorato a lungo e si sono fortemente impegnati per eliminare tale doppia imposizione, al fine di ridurre al minimo le distorsioni del commercio e gli ostacoli ad una crescita economica sostenibile, pur affermando la propria sovranità nello stabilire le proprie norme fiscali. Ci sono lacune e frizioni tra i sistemi fiscali dei diversi paesi che non sono stati presi in considerazione nella progettazione delle norme esistenti e che non sono disciplinati dai trattati fiscali bilaterali. L’economia globale impone ai paesi di collaborare in materia fiscale in modo da essere in grado di proteggere la propria sovranità fiscale.

In molte circostanze, le attuali norme di diritto interno e dei trattati che disciplinano la tassazione degli utili transfrontalieri produrre i risultati corretti e non dare adito a BEPS. La cooperazione internazionale ha portato a principi condivisi e una rete di migliaia di trattati fiscali bilaterali basati su standard comuni e che quindi generalmente evitano la doppia imposizione sugli utili da attività transfrontaliere. La chiarezza e la prevedibilità sono mattoni fondamentali della crescita economica. E’ importante mantenere tale chiarezza e prevedibilità costruendo su questa esperienza. Contemporaneamente, i casi in cui le norme vigenti generano risultati preoccupanti dal punto di vista politico dovrebbero essere affrontati.

Nel corso del tempo, le regole attuali hanno anche rivelato debolezze che creano opportunità di BEPS. La BEPS si riferisce principalmente ai casi in cui l’interazione di diverse norme fiscali porta ad una doppia non imposizione o a meno di una singola tassazione. Si riferisce anche ad accordi che consentano di raggiungere una bassa o nulla imposizione fiscale spostando i profitti lontano dalle giurisdizioni in cui sono allocate le attività di creazione di tali profitti. La bassa o nulla imposizione fiscale non è, di per sé, un motivo di preoccupazione, ma lo diventa quando è associata a pratiche che artificialmente segregano i redditi imponibili dalle attività che li generano. In altre parole, ciò che crea preoccupazioni di politica fiscale è che, a causa di lacune nella interazione di sistemi fiscali diversi, e in alcuni casi a causa dell’applicazione dei trattati fiscali bilaterali, i redditi derivanti da attività transfrontaliere possono non essere tassati in alcun luogo, o essere solo tassati indebitamente in misura ridotta.

La diffusione dell’economia digitale pone anche sfide per la tassazione internazionale. L’economia digitale è caratterizzata da un ricorso senza precedenti alle immobilizzazioni immateriali, all’uso massiccio di dati (dati personali in particolare), all’adozione diffusa di modelli di business multi-laterali capaci di catturare il valore generato da prodotti gratuiti, e alla difficoltà di determinare la giurisdizione in cui si verifica la creazione di valore. Questo solleva domande fondamentali su come le imprese dell’economia digitale aggiungano valore e realizzino i loro profitti, e come l’economia digitale si riferisca ai concetti di “fonte” e “residenza” o la caratterizzazione dei redditi ai fini fiscali. Allo stesso tempo, il fatto che i nuovi modi di fare business possono comportare un trasferimento di funzioni fondamentali e, di conseguenza, una diversa distribuzione del diritto di tassazione che possa portare ad bassa imposizione fiscale non è, di per sé, un indicatore di difetti dei sistemi esistenti. E’ importante esaminare attentamente come le imprese dell’economia digitale aggiungano valore e realizzino i loro profitti al fine di determinare se, e in quale misura, può essere necessario adattare le regole attuali per tener conto delle caratteristiche specifiche di questo settore e per prevenire la BEPS.

Queste debolezze espongono l’attuale quadro basato sul consenso a rischi, ed una mossa coraggiosa da parte dei responsabili politici è necessaria per prevenire il peggioramento del problema. La mancanza di azione in questo settore comporterebbe con ogni probabilità la perdita di gettito fiscale delle imprese in alcuni paesi, l’emergere di sistemi fiscali internazionale concorrenti, e la sostituzione dell’attuale quadro basato sul consenso attraverso misure unilaterali, che potrebbero portare al caos fiscale globale segnata dalla massiccia riemersione della doppia imposizione. Infatti, se il piano d’azione non riesce a sviluppare soluzioni efficaci in modo tempestivo, alcuni paesi potrebbero essere indotti ad intraprendere azioni unilaterali per proteggere la loro base imponibile, con l’evitabile conseguente incertezza della doppia imposizione. È quindi fondamentale che i governi raggiungano un consenso sulle azioni che potrebbero affrontare i sopra menzionati punti deboli. Come i leader del G20 hanno sottolineato, “Nonostante le sfide nazionali che tutti abbiamo di fronte, abbiamo convenuto che il multilateralismo è ancora di maggiore importanza nel clima attuale, e rimane la nostra migliore risorsa per risolvere le difficoltà dell’economia globale” (G20, 2012).

Nel mutato contesto fiscale internazionale, un certo numero di paesi hanno espresso preoccupazioni su come gli standard internazionali su cui le convenzioni fiscali bilaterali si basano assegnino i diritti di imposizione tra i paesi della fonte ed i paesi di residenza. Questo piano d’azione è focalizzato su come affrontare la BEPS. Se le misure per affrontare la BEPS ripristineranno la corretta tassazione in base alla fonte e alla residenza in un certo numero di casi in cui il reddito transfrontaliero altrimenti non sarebbe tassato o sarebbe tassato ad aliquote molto basse, queste misure non sono direttamente finalizzati a modificare le norme internazionali esistenti in materia di ripartizione della potestà impositiva sui redditi transfrontalieri.

I ministri delle finanze del G20 hanno invitato l’OCSE a sviluppare un piano d’azione per affrontare le questioni di BEPS in modo globale e coordinato. In particolare, questo piano d’azione dovrebbe fornire ai paesi strumenti interni ed internazionali che meglio allineino i diritti di tassazione al luogo in cui si svolgono le attività economiche. Come auspicato nella recente rapporto dell’OCSE sulla BEPS, “Affrontare l’Erosione della Base imponibile e lo spostamento dei profitti” (OECD, 2013a), questo piano d’azione (i) identifica le azioni necessarie per affrontare la BEPS, (ii) fissa scadenze per attuare tali azioni e (iii) individua le risorse necessarie e la metodologia per implementare queste azioni.

Capitolo 3 – Piano d’azione

Sono necessari cambiamenti fondamentali per prevenire efficacemente la doppia non imposizione, così come i casi di assenza o bassa imposizione fiscale associata a pratiche che segregano artificialmente il reddito imponibile dalle attività che lo generano. Al fine di affrontare le carenze nelle regole attuali in modo efficace ed efficiente possono essere intraprese una serie di azioni. Questo piano d’azione prevede modifiche fondamentali agli attuali meccanismi e l’adozione di nuovi approcci basati sul consenso, tra cui le disposizioni anti-abuso volte a prevenire e contrastare la BEPS.

Devono essere progettate nuove norme internazionali per garantire la coerenza della tassazione del reddito d’impresa a livello internazionale. I problemi di BEPS possono sorgere direttamente dalla esistenza di lacune, attriti o disallineamenti nell’interazione delle leggi fiscali nazionali dei paesi. Questi tipi di problemi in generale non sono stati affrontati secondo gli standard dell’OCSE o delle disposizioni dei trattati bilaterali. E’ necessario integrare le norme esistenti, che sono progettate per evitare la doppia imposizione, con gli strumenti che impediscono la doppia non imposizione in aree precedentemente non coperte dagli standard internazionali e che riguardino casi di assenza o bassa tassazione associati a pratiche che segregano artificialmente il reddito imponibile dalle attività che lo generano. Inoltre, i governi devono continuare a lavorare insieme per affrontare le pratiche fiscali dannose e la pianificazione fiscale aggressiva.

È necessario un riallineamento tra la tassazione e la relativa sostanza economica che la genera per ripristinare gli effetti desiderati e beneficiare degli standard internazionali, che possono non aver tenuto il passo con il cambiamento dei modelli di business e gli sviluppi tecnologici:

  • Mentre i trattati fiscali bilaterali sono stati efficaci nel prevenire la doppia imposizione, vi è la preoccupazione che spesso non riescano ad evitare la doppia non imposizione che deriva da interazioni tra più di due paesi. In particolare, il coinvolgimento di paesi terzi nel quadro bilaterale istituito dalle controparti di un trattato mette a dura prova le regole esistenti, in particolare se questo coinvolgimento riguarda società di comodo che hanno poca o nessuna sostanza in termini di spazio per uffici, attività materiali e dipendenti.
  • In materia di prezzi di trasferimento, le regole dovrebbero essere migliorate al fine di porre maggiormente l’accento sulla creazione di valore nei gruppi altamente integrati, affrontando l’utilizzo di beni immateriali, di rischi, di capitale e di altre operazioni ad alto rischio, per spostare i profitti. Allo stesso tempo, vi è il consenso tra i governi che il passaggio a un sistema di ripartizione dei profitti basato su formule matematiche non è una via praticabile in futuro; e ancora, non è chiaro se i cambiamenti di comportamento che le aziende potrebbero adottare in risposta all’uso di formule matematiche porterebbero a decisioni di investimento più efficienti e fiscalmente neutrali di quanto lo sarebbero secondo l’approccio delle entità separate.

Le azioni attuate per contrastare la BEPS non possono avere successo senza ulteriore trasparenza, né tantomeno senza la certezza e la prevedibilità per le imprese. La disponibilità di informazioni tempestive, mirate e complete è fondamentale per consentire ai governi di individuare rapidamente le aree a rischio. Mentre i controlli rimangono una fondamentale fonte di informazioni pertinenti, essi soffrono di una serie di vincoli e dalla mancanza di strumenti utili per la diagnosi precoce della pianificazione fiscale aggressiva. Come risultato, informazioni tempestive, complete e pertinenti sulle strategie di pianificazione fiscale non sono spesso disponibili per le amministrazioni fiscali e dovrebbero essere sviluppati nuovi meccanismi per ottenere tali informazioni e, allo stesso tempo, dovrebbero essere implementati nuovi meccanismi per fornire alle aziende la certezza e la prevedibilità di cui hanno bisogno per prendere decisioni di investimento.

A. Azioni

La BEPS è preoccupante nel contesto dell’economia digitale. Le azioni contribuiranno a risolvere questi problemi. Tuttavia, ci sono delle specificità che devono essere prese in considerazione. Questo richiederà un’analisi approfondita dei diversi modelli di business, il mutevole panorama degli affari e una migliore comprensione della generazione del valore in questo settore. Inoltre, dovrebbero essere considerati gli aspetti dell’imposizione indiretta. Per la progettazione delle altre azioni previste in questo piano, sarà istituita una task force dedicata all’economia digitale.

AZIONE 1Affrontare le sfide fiscali dell’economia digitale

Identificare le principali difficoltà che l’economia digitale pone in ordine all’applicazione delle norme fiscali internazionali esistenti e sviluppare opzioni dettagliate per affrontare queste difficoltà, adottando un approccio olistico e considerando sia l’imposizione diretta che quella indiretta. Le questioni da esaminare comprendono, ma non sono limitati a, la capacità di una società di avere una significativa presenza digitale nell’economia di un altro paese senza essere assoggettata ad imposizione a causa della mancanza di un collegamento secondo gli attuali standard internazionali, all’attribuzione del valore creato dalla generazione di dati relativi alla posizione commercializzabili attraverso l’uso di prodotti e servizi digitali, la caratterizzazione del reddito generato dai nuovi modelli di business, l’applicazione della regole del paese della fonte di produzione del reddito, e come garantire l’effettiva riscossione di VAT / GST per quanto riguarda la fornitura transfrontaliera di beni e servizi digitali. Tale lavoro richiederà un’analisi approfondita dei vari modelli di business in questo settore.

(i) Stabilire la coerenza internazionale delle imposte sul reddito delle società

Globalizzazione significa che le politiche interne, compresa la politica fiscale, non possono essere progettati isolatamente. La politica fiscale è al centro della sovranità dei paesi, ed ogni paese ha il diritto di plasmare il proprio sistema fiscale nel modo che ritiene più opportuno. Allo stesso tempo, la crescente interconnessione delle economie nazionali ha evidenziato le lacune che possono essere create da interazioni tra sistemi fiscali diversi. Pertanto, vi è la necessità di integrare le norme per prevenire la doppia imposizione con una fondamentalmente nuova serie di norme volte a stabilire una coerenza internazionale della tassazione del reddito d’impresa.

Sono stati individuati quattro temi principali:

Il rapporto sulla BEPS (OECD, 2013a) richiede lo sviluppo di “Strumenti per porre fine o neutralizzare gli effetti dei disallineamenti creati da accordi ibridi e arbitraggio”. Gli accordi ibridi di possono essere utilizzati per raggiungere una non prevista e non voluta doppia non imposizione o il differimento del pagamento delle imposte a lungo termine, per esempio, creando due deduzioni per un solo prestito, generando detrazioni senza corrispondenti inclusioni di reddito, o abusando dei crediti d’imposta esteri e regimi di esenzione delle partecipazioni. Le norme nazionali che consentono ai contribuenti di scegliere il trattamento fiscale di talune entità nazionali ed estere potrebbero facilitare i disallineamenti da ibridi Se può essere difficile determinare quale paese ha, infatti, perso il gettito fiscale, perché formalmente sono state rispettate le leggi di ogni paese coinvolto, vi è una riduzione delle imposte complessivamente pagate da tutte le parti coinvolte, che danneggia la concorrenza, l’efficienza economica, la trasparenza e la correttezza.

AZIONE 2Neutralizzare gli effetti dei disallineamenti degli accordi ibridi

Sviluppare disposizioni del modello di convenzione fiscale e raccomandazioni in merito alla progettazione delle norme interne che neutralizzino l’effetto (ad esempio la doppia non imposizione, la doppia deduzione, il differimento a lungo termine del pagamento delle imposte) degli strumenti ed entità ibridi. Questo può comprendere: (i) le modifiche al modello di convenzione fiscale dell’OCSE per garantire che strumenti ed entità ibridi (come pure le entità con doppia residenza) non siano utilizzati per ottenere indebitamente i benefici convenzionali; (ii) disposizioni di diritto interno che impediscano l’esenzione o la non imponibilità di pagamenti che sono deducibili dal pagatore; (iii) disposizioni di diritto interno che neghino la deduzione di un pagamento che non è imponibile per il destinatario (e non sia soggetto a tassazione secondo norme CFC o simili); (iv) disposizioni di diritto interno che neghino la deduzione per un pagamento che è deducibile anche in un’altra giurisdizione; e (v) se del caso, indicazioni sul coordinamento o l’inserimento di tie-breaker rules, se più di un paese cerca di applicare tali norme ad una transazione o struttura. Particolare attenzione dovrebbe essere posta all’interazione tra le possibili modifiche alla legislazione nazionale e le disposizioni del modello di convenzione fiscale dell’OCSE. Questo lavoro sarà coordinato con i lavori sulla limitazione alla deduzione di interessi passivi, il lavoro sulle regole per le CFC, e il lavoro sul treaty shopping.

Un ambito in cui l’OCSE non ha svolto un lavoro significativo nel passato è normativa CFC. Una delle cause di BEPS riguarda la possibilità di creare contribuenti non residenti ma correlati e reindirizzare il reddito di un’impresa residente attraverso la parte correlata non residente. Per affrontare il problema, molti paesi hanno introdotto nelle normative nazionali le norme CFC e altre norme che limitano il differimento della tassazione nel tempo. Tuttavia, le regole CFC di molti paesi non sempre contrastano la BEPS in modo globale. Se, in linea di principio, le norme CFC conducono ad inclusioni di reddito nel paese di residenza della capogruppo, hanno anche effetti positivi nei paesi d’origine del reddito, perché i contribuenti non hanno incentivo (o ne hanno molto meno) a spostare i profitti in una terza giurisdizione a bassa fiscalità.

AZIONE 3Rafforzare le Norme CFC

Sviluppare raccomandazioni per quanto riguarda la progettazione di norme su società controllate estere. Questo lavoro sarà coordinato con altri, se necessario.

Un’altra questione che solleva preoccupazioni di BEPS è l’eccessiva deducibilità di pagamenti quali interessi e altri pagamenti finanziari. La deducibilità degli interessi passivi può dare origine ad una doppia non imposizione sia interna che esterna gli scenari di investimento. Dalla prospettiva interna, la preoccupazione relativa alla deduzione degli interessi passivi è legata principalmente a prestiti concessi da entità correlate non residenti che beneficiano di un regime a bassa fiscalità, finalizzati a creare eccessivi interessi passivi deducibili per il beneficiario del prestito, senza la corrispondente imponibilità degli interessi attivi per l’emittente del prestito. Il risultato è che i pagamenti di interessi sono dedotti dagli utili della società operative mentre l’interesse attivo è tassato favorevolmente o per nulla al livello del destinatario del pagamento, e talvolta il gruppo nel suo complesso può avere poco o nessun debito esterno. Da una prospettiva esterna, una società può utilizzare il debito per finanziare la produzione di redditi esenti o differiti, deducendo comunque interessi passivi, mentre rinviano o non tassano i relativi redditi. Le norme che regolano la deducibilità degli interessi passivi dovrebbero, pertanto, tenere conto del fatto che i relativi interessi attivi potrebbero non essere tassati pienamente e che il debito sottostante potrebbe essere utilizzato impropriamente per ridurre la base imponibile dell’emittente il pagamento o finanziare redditi esenti o a tassazione differita nel tempo. Le preoccupazioni sono sollevate dalla presenza di pagamenti deducibili per altre operazioni finanziarie, quali prestazioni di garanzie finanziarie, derivati, e le altre modalità di assicurazione e copertura di rischi, in particolare nel contesto dei prezzi di trasferimento.

AZIONE 4Limitare l’erosione di base imponibile tramite deduzioni di interesse e altri pagamenti finanziari

Sviluppare raccomandazioni riguardanti le migliori pratiche nella progettazione di regole per evitare l’erosione della base imponibile attraverso l’uso di interessi passivi, per esempio attraverso l’indebitamento con parti correlate o terze parti per raggiungere un importo deducibile di interessi eccessivo o per finanziare la produzione di reddito esente o differito, e altri pagamenti finanziari che sono economicamente equivalenti a pagamenti di interessi. Il lavoro valuterà l’efficacia di diversi tipi di limitazioni. In connessione con, e a sostegno del lavoro precedente, le Linee Guida sui Prezzi di Trasferimento saranno anche sviluppate per quanto riguarda la valutazione dei prezzi di trasferimento delle operazioni finanziarie con parti correlate, compresi le prestazioni di garanzia finanziaria, derivati (compresi i derivati interni utilizzati in rapporti intra-bancari) e e altre modalità di assicurazione e copertura di rischi. Il lavoro sarà coordinato con il lavoro su ibridi e regole CFC.

I regimi preferenziali continuano ad essere una zona chiave di intervento. Nel 1998, l’OCSE ha pubblicato un rapporto (OECD, 1998) sulle pratiche fiscali dannose in parte basato sul riconoscimento che una “corsa al ribasso” avrebbe, infine, condotto ad applicare aliquote fiscali pari a zero su alcune fonti di reddito mobili in tutti paesi, che questa fosse la politica fiscale perseguita da un paese o meno. Accettare un insieme di regole comuni può aiutare i paesi a fare la loro scelte sovrane di politica fiscale. Le preoccupazioni politiche sottostanti espresse nel rapporto del 1998 per quanto riguarda la “corsa al ribasso” sul basi imponibili mobili è rilevante oggi come lo era 15 anni fa. Tuttavia, la “corsa al ribasso” al giorno d’oggi prende meno spesso la forma di uno schema tradizionale e più la forma di tutta una serie di riduzioni di aliquota dell’imposta sulle società su particolari tipi di reddito (quali i redditi da attività finanziarie o derivanti dalla fornitura di beni immateriali). Il rapporto sulla BEPS (OECD, 2013a) invita a presentare proposte per sviluppare “soluzioni per contrastare i regimi più pericolosi in modo più efficace, tenendo conto di fattori come la trasparenza e la sostanza”. Nel perseguimento di questo obiettivo, il lavoro del Forum on Harmful Tax Practice (FHTP) si concentrerà nello sviluppare soluzioni più efficaci.

AZIONE 5Contrastare le pratiche fiscali dannose in modo più efficace, considerando trasparenza contabile e sostanza

Rinnovare il lavoro sulle pratiche fiscali dannose con la priorità di migliorare la trasparenza, compreso lo scambio spontaneo e obbligatorio su ruling relativi a regimi preferenziali, e che richiedono un’attività sostanziale per ognuno dei regimi preferenziali. Sarà necessario un approccio olistico per valutare i regimi fiscali preferenziali nel contesto della BEPS. Questo approccio impegnerà anche i membri non-OCSE sulla base del quadro esistente e considerando la possibilità di revisioni o aggiunte al quadro esistente.

(ii) Ripristinare gli effetti e i vantaggi degli standard internazionali

Le norme attuali funzionano bene in molti casi, ma devono essere adattate per evitare la BEPS risultante da interazioni tra più di due paesi e per tenere debitamente conto delle catene globali del valore. L’interposizione di paesi terzi in un quadro bilaterale istituito dalle controparti del trattato ha portato allo sviluppo di schemi quali filiali di società estere poco incise dall’imposizione sul reddito, società conduit, e lo spostamento artificiale del reddito attraverso accordi sui prezzi di trasferimento. I dati sugli investimenti diretti esteri mostrano la preponderanza nell’uso di certi regimi per canalizzare gli investimenti e i finanziamenti infragruppo da un paese all’altro attraverso strutture conduit. Al fine di preservare gli effetti previsti dai trattati bilaterali, le regole devono essere modificate per contrastare l’utilizzo di una moltitudine di livelli di soggetti giuridici inseriti tra il paese di residenza ed il paese di origine del reddito.

Le attuali norme fiscali nazionali ed internazionali dovrebbero essere modificate per allineare maggiormente l’allocazione del reddito con le attività economiche che generano tale reddito:

L’abuso dei trattato è una delle più importanti fonti di preoccupazioni di BEPS. Il Commento sull’articolo 1 del modello di convenzione fiscale dell’OCSE già comprende una serie di esempi di disposizioni che potrebbero essere utilizzate per affrontare situazioni di treaty-shopping, nonché altri casi di abusi dei trattati, che possono dare luogo alla doppia non imposizione. Clausole antiabuso più rigide, accoppiate con l’esercizio della potestà impositiva ai sensi delle leggi nazionali contribuirà a ripristinare il principio di tassazione nel paese della fonte del reddito in un certo numero di casi.

AZIONE 6Prevenire l’abuso dei Trattati

Sviluppare disposizioni del modello di convenzione fiscale e raccomandazioni in merito alla progettazione di una normativa nazionale per impedire la concessione dei benefici convenzionali in circostanze non appropriate. Si lavorerà anche per chiarire che i trattai fiscali non sono destinati ad essere utilizzati per generare la doppia non imposizione e per identificare le considerazioni di politica fiscale che, in generale, i paesi dovrebbero tenere conto prima di decidere di cominciare le relazioni bilaterali fiscali con un altro paese. Il lavoro sarà coordinato con il lavoro sugli ibridi.

La definizione di stabile organizzazione (SO) deve essere aggiornata per prevenire gli abusi. In molti paesi, l’interpretazione delle norme dei trattati fiscali sulla SO-Agente consente che i contratti per la vendita dei beni appartenenti ad una impresa straniera siano negoziati e conclusi in un altro paese dalla rete commerciale di una filiale locale di questa impresa straniera senza i profitti di queste vendite si rendano imponibili nella stessa misura in cui lo sarebbero se le vendite fossero state fatte da un distributore. In molti casi, questo ha portato a sostituire accordi in base ai quali la controllata residente che tradizionalmente agiva in qualità di distributore con “accordi di commissionario” con risultato dello spostamento dei profitti fuori dal paese in cui le vendite avvengono senza che vi sia un cambiamento sostanziale nelle funzioni svolte in quel paese. Allo stesso modo, le imprese multinazionali possono artificialmente frammentare le loro operazioni tra più entità del gruppo a qualificarsi come SO per le attività preparatorie e ausiliarie.

AZIONE 7Impedire l’elusione artificiale dello status di SO

Sviluppare modifiche della definizione di SO per impedire l’elusione artificiale della qualifica di SO in relazione alla BEPS, anche attraverso l’uso di accordi di commissionario e l’utilizzo dell’esenzione in favore di attività specifiche. Il lavoro su questi temi affronterà anche le questioni correlate all’attribuzione dei profitti.

Una questione importante riguarda i prezzi di trasferimento e l’applicazione del principio di libera concorrenza. Le norme sui prezzi di trasferimento servono per allocare il reddito prodotto da una multinazionale tra i paesi in cui l’azienda svolge le sue attività. In molti casi, le regole sui prezzi di trasferimento esistenti, basate sul principio di libera concorrenza, consentono l’allocazione efficace ed efficiente del reddito delle multinazionali tra le giurisdizioni interessate. In altri casi, tuttavia, le multinazionali sono in grado di utilizzare e/o applicare in modo non conforme tali norme pe separare il reddito prodotto dalle attività economiche che lo producono e di spostarlo in ambienti a bassa tassazione. Molto spesso, questo è il risultato di trasferimenti di beni immateriali e materiali ad un valore più basso, della sovracapitalizzazione di società del gruppo residenti in giurisdizioni a bassa o nulla tassazione e dell’allocazione contrattuale di rischi in ambienti a bassa fiscalità in operazioni che sarebbe stato improbabile che si fossero verificati tra parti non correlate.

Sistemi di allocazione del reddito alternativi, compresi i sistemi basati su formule matematiche, sono a volte suggeriti. Tuttavia, l’importanza di azioni concordate e le difficoltà pratiche associate al consenso e all’attuazione dei dettagli di un nuovo sistema coerente in tutti i paesi significa che, piuttosto che cercare di sostituire il sistema dei prezzi di trasferimento attuale, la cosa migliore è quella di affrontare direttamente i difetti del sistema attuale, in particolare per quanto riguarda i rendimenti relativi alle immobilizzazioni immateriali, ai rischi e alla sovra-capitalizzazione Tuttavia, misure speciali, sia all’interno che al di là del principio di libera concorrenza, potrebbero essere richieste in relazione ad immobilizzazioni immateriali, rischi e sovra-capitalizzazione per affrontare queste lacune.

AZIONI 8, 9, 10Garantire che i Prezzi di Trasferimento risultino in linea con la creazione di valore

Azione 8 – Immobilizzazioni immateriali

Sviluppare regole per evitare la BEPS risultante dallo spostamento di immobilizzazioni immateriali fra i membri del gruppo. Questo comporta: (i) l’adozione di un’ampio e chiaramente delineata definizione di beni immateriali; (ii) assicurare che i profitti associati al trasferimento e all’utilizzo di beni immateriali siano adeguatamente ripartiti avvicinandosi alla (piuttosto che allontanandosi dalla) creazione di valore; (iii) sviluppare norme sui prezzi di trasferimento o regole speciali per i trasferimenti di beni immateriali difficili da valutare; e (iv) aggiornare le Linee Guida sugli accordi di ripartizione dei costi.

Azione 9 – Rischi e capitali

Sviluppare regole per evitare la BEPS risultante dallo spostamento di rischi tra i membri del gruppo, o dall’assegnazione di eccessivo capitale ai membri del gruppo. Ciò comporterà l’adozione di norme sui prezzi di trasferimento o misure speciali per garantire che i ritorni economici non appropriati maturino in capo ad un’entità solo perché si sia contrattualmente assunta i rischi o abbia fornito il capitale. Le regole da sviluppare richiederanno anche l’allineamento dei ritorni economici con la creazione di valore. Questo lavoro sarà coordinato con i lavori sulla deducibilità degli interessi passivi e di altri pagamenti finanziari.

Azione 10 – Altre operazioni ad alto rischio

Sviluppare regole per evitare la BEPS affrontando operazioni che non si realizzerebbero, se non molto raramente, tra terzi. Ciò comporterà l’adozione di regole sui prezzi di trasferimento o misure speciali per: (i) chiarire le circostanze in cui le transazioni possono essere riqualificate; (ii) chiarire l’applicazione di metodi sui prezzi di trasferimento, in particolare il metodo di ripartizione dei profitti, nel contesto di una catena del valore globale; e (iii) fornire protezione contro i tipi più comuni pagamenti finalizzati all’erosione di base imponibile, quali le management fees e spese per la sede centrale.

(iii) Garantire la trasparenza, promuovendo al contempo una maggiore certezza e prevedibilità

Prevenire la BEPS implica la trasparenza a diversi livelli. Sono stati fatti progressi sulla questione della trasparenza dal Global Forum on Transparency and Exchange of Information for Tax Purposes, ma si è rivelata la necessità di un approccio più olistico quando si tratta di prevenire la BEPS, il che implica maggiore trasparenza su diversi fronti. La raccolta di dati sulla BEPS dovrebbe essere migliorata. I contribuenti dovrebbero divulgare informazioni più mirate sulla loro strategie di pianificazione fiscale, e i requisiti di documentazione sui prezzi di trasferimento dovrebbero essere meno gravosi ma più mirati.

Migliorare la disponibilità e l’analisi dei dati relativi alla BEPS è un fattore importante, compreso il monitoraggio dell’attuazione del piano d’azione. Il rapporto BEPS (OECD, 2013a) osserva che vi sono diversi studi e dati che indicano che vi è un aumento dello scollamento tra la posizione in cui il valore viene creato e in cui vengono effettuati gli investimenti e la posizione in cui i profitti sono dichiarati ai fini fiscali. Il rapporto osserva che un ulteriore lavoro deve essere fatto per valutare tali studi, per sviluppare misure di dimensioni ed effetti appropriati ai comportamenti di BEPS, e per monitorare l’impatto delle misure adottate in base al Piano d’azione per affrontare la BEPS. Ciò dovrebbe includere tecniche basate sui ricavi, che consentano la ripartizione del reddito tra le giurisdizioni in base alle relative capacità delle attività che creano valore, così come le tecniche che possano essere utilizzate per monitorare le problematiche specifiche individuate nel piano d’azione. Di conseguenza, è importante identificare i tipi di dati che i contribuenti dovrebbero fornire alle amministrazioni fiscali, nonché le metodologie che possono essere usate per analizzare questi dati e per valutare le probabili implicazioni economiche dei comportamenti che creano BEPS e le azioni intraprese per affrontarla.

AZIONE 11Stabilire metodologie per raccogliere e analizzare i dati relativi alla BEPS ed alle azioni per contrastarla

Sviluppare raccomandazioni per quanto riguarda gli indicatori della scala e dell’impatto economico della BEPS e garantire che siano resi disponibili gli strumenti per monitorare e valutare l’efficacia e l’impatto economico delle misure adottate per affrontare la BEPS in modo continuativo. Ciò comporta lo sviluppo di un’analisi economica della dimensione e dell’impatto della BEPS (inclusi gli effetti di sovrapposizione tra paesi) e delle azioni per contrastarla. Il lavoro coinvolgerà anche la valutazione di una serie di fonti di dati esistenti, l’individuazione di nuovi tipi di dati che devono essere raccolti, e lo sviluppo di metodologie basate sia su dati aggregati (ad esempio gli investimenti diretti esteri e i dati della bilancia dei pagamenti) sia su dati microeconomici (ad esempio da bilanci e dichiarazioni fiscali), tenendo conto della necessità di rispettare la riservatezza del contribuente ed i costi amministrativi per le amministrazioni fiscali e per le imprese.

È necessaria anche la trasparenza su determinati schemi di pianificazione fiscale e su determinate transazioni. Informazioni complete e pertinenti sulle strategie di pianificazione fiscale sono spesso non disponibili per le amministrazioni fiscali. Eppure la disponibilità di informazioni tempestive, mirate e complete è essenziale per consentire ai governi di individuare velocemente le aree a rischio. Se i controlli rimangono una fonte essenziale di informazioni pertinenti, essi soffrono di una serie di vincoli, così come strumenti per la diagnosi precoce di tecniche di pianificazione fiscale aggressiva. Misure intese a migliorare il flusso di informazioni sui rischi fiscali per le amministrazioni fiscali e per i responsabili della politica fiscale (“iniziative di trasparenza”) possono essere utili a questo proposito. Altre misure potenzialmente utili includono programmi di adempimento collaborativo tra contribuenti ed amministrazioni fiscali (cfr. OECD, 2013b)

ACTION 12Obbligare i contribuenti a rivelare i loro accordi di pianificazione fiscale aggressiva

Sviluppare raccomandazioni per quanto riguarda la progettazione di misure di divulgazione obbligatoria per transazioni, accordi o strutture aggressive o abusive, tenendo conto dei costi amministrativi per le amministrazioni fiscali e le imprese e contando sulle esperienze del crescente numero di paesi che adottano tali norme. Il lavoro utilizzerà una progettazione modulare che consenta la massima coerenza, lasciando comunque spazio alle esigenze e i rischi specifici del singolo paese. Attenzione particolare sarà riservata agli schemi fiscali internazionali, dove il lavoro sarà svolto usando un’ampia definizione di “beneficio fiscale” al fine di intercettare tali operazioni. Il lavoro sarà coordinato con i lavori sull’adempimento collaborativo. Il lavoro intenderà anche progettare ed attuare modelli avanzati di informazione e condivisione di schemi fiscali internazionali tra le amministrazioni fiscali.

La trasparenza riguarda anche le problematiche sui prezzi di trasferimento e l’analisi della catena del valore. Una questione chiave nella gestione delle norme sui prezzi di trasferimento è l’asimmetria di informazioni tra contribuenti e amministrazioni fiscali. Questo potenzialmente mina la gestione del principio di libera concorrenza e crea opportunità per la BEPS. In molti paesi, le amministrazioni fiscali hanno una capacità minima di sviluppare una visione “globale” della catena del valore globale di un contribuente. Inoltre, le divergenze di approccio ai requisiti sulla documentazione sui prezzi di trasferimento porta a notevoli costi amministrativi per le imprese. A questo riguardo, è importante che siano rese disponibili alle amministrazioni fiscali informazioni adeguate sulle funzioni rilevanti eseguite da altri membri del gruppo multinazionale relativamente ai servizi intra-gruppo e ad altre operazioni.

AZIONE 13Riesame della documentazione sui prezzi di trasferimento

Sviluppare norme in materia di documentazione sui prezzi di trasferimento per migliorare la trasparenza per le amministrazioni fiscali, tenendo in considerazione i costi amministrativi per le imprese. Le norme che saranno sviluppate includeranno l’obbligo per le imprese multinazionali di fornire a tutti i governi interessati le informazioni necessarie sull’allocazione globale dei loro redditi, delle loro attività economiche e delle tasse pagate secondo un modello comune.

Le azioni per contrastare la BEPS devono essere integrate con le azioni che garantiscano certezza e prevedibilità per le imprese. I lavori per migliorare l’efficacia della procedura amichevole (MAP) sarà un importante complemento al lavoro sulle tematiche della BEPS. L’interpretazione e l’applicazione delle nuove norme risultanti dal lavoro sopra descritto potrebbe introdurre elementi di incertezza che dovrebbero essere ridotti al minimo possibile. Il lavoro sarà pertanto effettuato al fine di esaminare ed affrontare gli ostacoli che impediscono ai paesi di risolvere le controversie legate all’applicazione dei trattati nel corso della MAP. Saranno inoltre fatte considerazioni che completino le esistenti disposizione delle MAP con una norma di arbitrato obbligatorio e vincolante.

AZIONE 14Rendere più efficaci i meccanismi di risoluzione delle controversie

Sviluppare soluzioni per affrontare gli ostacoli che impediscono ai paesi di risolvere le controversie legate ai trattati in applicazione della MAP, tra cui l’assenza di disposizioni sull’arbitrato nella maggior parte dei trattati ed il fatto che l’accesso al MAP e all’arbitrato possa essere negato in alcuni casi.

(iv) Da politiche concordate a norme fiscali: la necessità di una rapida l’attuazione delle misure

Vi è la necessità di prendere in considerazione modi innovativi per attuare le misure risultanti dai lavori del piano d’azione sulla BEPS. La consegna del azioni previste nel piano d’azione sulla BEPS si tradurrà in un certo numero di documenti. Alcune azioni si tradurranno probabilmente in raccomandazioni riguardanti le disposizioni di diritto interno, così come in modifiche al Commentario del Modello di Convenzione fiscale dell’OCSE e le Linee Guida sui prezzi di trasferimento. Altre azioni porteranno probabilmente a modifiche al Modello di Convenzione fiscale dell’OCSE Questo è, per esempio, il caso dell’introduzione di una clausola anti abuso nei trattati, le modifiche alla definizione di stabile organizzazione, le modifiche alle linee guida sui prezzi di trasferimento e l’introduzione di disposizioni convenzionali in materia di disallineamenti da accordi ibridi. Le modifiche al Modello di Convenzione fiscale dell’OCSE non sono direttamente efficaci senza le relative modifiche ai trattati fiscali bilaterali. Se svolto su una base puramente bilaterale, il gran numero di trattati in vigore potrebbe rendere tale processo molto lungo, tanto più nei casi in cui i paesi si impegnino in rinegoziazioni globali dei loro trattati bilaterali. Uno strumento multilaterale di modificare bilaterale dei trattati è molto promettente in questo senso.

AZIONE 15Sviluppare uno strumento multilaterale

Analizzare le questioni fiscali e di diritto pubblico internazionale relative allo sviluppo di uno strumento multilaterale per consentire alle giurisdizioni che desiderano farlo, di attuare le misure sviluppate nel corso dei lavori sulla BEPS e modificare i trattati fiscali bilaterali. Sulla base di questa analisi, le parti interessate svilupperanno uno strumento multilaterale progettato per fornire un approccio innovativo alle questioni fiscali internazionali, che rifletta la rapida evoluzione dell’economia globale e la necessità di adattarsi rapidamente a questa evoluzione.

B. Tempistica

Affrontare la BEPS è una questione fondamentale per la maggior parte dei paesi e deve essere fatto in un modo tempestivo, non da ultimo per evitare che crolli il quadro attuale basato sul consenso. Il ritmo del progetto deve essere rapido in modo che le azioni possono essere rapidamente applicate. Allo stesso tempo, i governi devono avere anche il tempo per completare il lavoro tecnico necessario ed assicurare la massima diffusione del consenso. In questo contesto, si prevede che il piano d’azione posse essere in gran parte completato in un periodo di due anni, riconoscendo che alcune azioni saranno affrontate più velocemente in quanto il lavoro è già in stato avanzato, mentre altre potrebbero richiedere lavori a lungo termine:

  • Tra le azioni con più probabilità di essere consegnati in 12-18 mesici sono quelli riguardanti i disallineamenti da accordi ibridi, l’abuso dei trattati, gli aspetti degli intangibili nei prezzi di trasferimento, i requisiti per la documentazione ai fini dei prezzi di trasferimento, un rapporto che identifica le questioni concernenti l’economia digitale e le possibili azioni per farvi fronte, nonché parte del lavoro sulle pratiche fiscali dannose.
  • Le azioni da consegnare in due annisi riferiscono alla normativa CFC, alla deducibilità degli interessi, alla prevenzione dell’elusione artificiale dello status di SO, gli aspetti degli intangibili, dei rischi, dei capitali e di altre operazioni ad alto rischio nei prezzi di trasferimento, ulteriori lavori sulle pratiche fiscali dannose, raccolta di dati, regole di trasparenza obbligatorie, e risoluzione delle controversie.
  • Le azioni che possono richiedere più di due anniincludono gli aspetti dei prezzi di trasferimento delle transazioni finanziarie, una parte dei lavori sulle pratiche fiscali dannose e lo sviluppo di uno strumento multilaterale per implementare rapidamente le modifiche ai trattati bilaterali. Anche se queste azioni sono considerate come elementi chiave del piano d’azione, si riconosce che questo lavoro dovrà essere sviluppato in diverse fasi, a partire da un’analisi approfondita delle problematiche.

L’allegato A contiene tabelle che riassumono le diverse azioni e indicano la timeline prevista per portarli a termine.

C. Metodologia

Il progetto BEPS segna un punto di svolta nella storia di internazionale della cooperazione in materia di tassazione Poiché l’attuale quadro basato sul consenso è a rischio, è fondamentale che sia adottata una corretta metodologia per assicurarsi che il lavoro sia inclusivo ed efficace, che tenga conto della prospettiva dei paesi in via di sviluppo e che benefici delle osservazioni delle imprese e della società civile in generale.

(i) Un processo inclusivo ed efficace: il lancio del Progetto BEPS dell’OCSE e del G20 ed il coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo

La realizzazione delle azioni previste dal presente piano d’azione richiede un processo efficace e completo che coinvolge tutte le parti interessate. A tal fine, e al fine di agevolare una maggiore partecipazione delle principali economie non appartenenti all’OCSE, è stato avviato il “Progetto BEPS”. Alla luce del forte interesse e sostegno espresso a più riprese dal G20, si propone che i paesi del G20 interessati, che non sono membri dell’OCSE, siano invitati a far parte del progetto come “associati”, vale a dire su un piano di parità con i membri dell’OCSE (anche a livello degli organi sussidiari interessati nel lavoro sulla BEPS), e ci si aspetta che gli stessi si aderiranno agli esiti del progetto BEPS. Altri non membri dell’OCSE potrebbero essere invitati a partecipare con inviti ad hoc.

Anche i paesi in via di sviluppo dovranno affrontare questioni legate alla BEPS, anche se i problemi potrebbero manifestarsi diversamente date le specificità dei loro sistemi legale ed amministrativo. L’ONU partecipa ai lavori in materia di tassazione dell’OCSE e certamente potrà fornire spunti utili per quanto riguarda le particolari preoccupazioni dei paesi in via di sviluppo. La Task Force on Tax and Development (TFTD) ed il programma delle Relazioni Globali dell’OCSE forniranno un utile piattaforma per discutere gli specifici problemi di BEPS in caso di paesi in via di sviluppo e per esplorare le possibili soluzioni con tutti i soggetti interessati. Infine, i meccanismi esistenti, come i Global Fora on Tax Treaties, i Global Fora on Transfer Pricing, i Global Fora on VAT ed i Global Fora on Transparency and Exchange of Information for Tax Purposes saranno tutti utilizzati per coinvolgere tutti i paesi nelle discussioni riguardanti le possibili soluzioni tecniche.

(ii) Un processo efficiente

Le aspettative politiche sono molto alte nella maggior parte dei paesi ed i risultati e l’impatto dei lavori sulla BEPS devono essere in linea con queste aspettative. Il progetto BEPS si avvarrà della competenza del Comitato per gli Affari Fiscali (CFA) e dei suoi organi ausiliari. Mentre l’esperienza di questi organi ausiliari sono ben adattati a sviluppare consenso su lavori di routine, avranno bisogno di qualche adattamento per fornire i risultati entro l’arco temporale atteso. Vi è quindi la necessità di trovare il modo per realizzare il lavoro velocemente mentre vi è la ricerca del consenso. Ogni organo ausiliario dovrà cercare nuove vie per trovare il consenso il più rapidamente possibile. Ciò può comportare, ad esempio, la creazione di focus group per le azioni di cui è responsabile. Ogni focus group potrebbe essere composto da un numero relativamente ristretto di delegati, con un paese lo presieda funga da coordinatore. I focus group lavorerebbero attivamente nel tempo intercorrente tra le riunioni dell’organo ausiliario relativo, utilizzando metodi di telelavoro e riducendo al minimo gli incontri fisici, per preparare le bozze che dovrebbero essere approvate dall’organo ausiliario.

(iii) Consulenza con le imprese e la società civile

La consultazione con le parti non governative interessate è anche cruciale. I rappresentanti delle aziende e della società civile saranno invitati a commentare le diverse proposte sviluppate nel corso dei lavori. Le relazioni chiave dell’OCSE con la società civile sono attuate attraverso il Business and Industry Advisory Committee (BIAC) ed il Trade Union Advisory Committee (TUAC) presso l’OCSE. Le organizzazioni non governative, i gruppi di riflessione ed il mondo accademico saranno consultati. I lavori dell’OCSE sui diversi elementi del piano d’azione continueranno ad includere un processo di consultazione trasparente e inclusivo, ed un dialogo politico di alto livello con tutte le parti interessate sarà organizzato annualmente.

Riferimenti

G20 (2012), Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo, Los Cabos, Messico, www.g20mexico.org/images/stories/docs/g20/conclu/G20_Leaders_Declaration_2012.pdf

OCSE (2013a), Affrontare l’Erosione della Base imponibile e lo Spostamento dei Profitti, OCSE Publishing, Paris doi: 10 1787/9789264192744-en

OCSE (2013b), Adempimento collaborativo: Un quadro di relazioni avanzate con adempimento collaborativo, dal Forum on Tax Administration, OECD Publishing, Paris doi: 10 1787/9789264200852-en

OCSE (1998), Concorrenza fiscale dannosa: un emergente problema globale, OCSE Publishing, Paris doi: 10 1787/9789264162945-en

Allegato A – Lista delle azioni e tempistica

 Questo allegato contiene delle tabelle che indicano la tempistica per le azioni incluse in questo piano d’azione.

Sommario del piano d’azione BEPS azione per azione.

AzioneDescrizioneRisultato previstoTempistica
1 – Affrontare le sfide fiscali dell’economia digitaleIdentificare le principali difficoltà che l’economia digitale pone per l’applicazione delle attuali norme fiscali internazionali e sviluppare opzioni dettagliate per affrontare queste difficoltà con un approccio olistico e considerando sia la tassazione diretta che indiretta. Le questioni da prendere in esame sono, ma non sono limitate a, la capacità di una società di avere una presenza digitale significativa nell’economia di un altro paese senza essere assoggettata ad imposta a causa della mancanza di nesso sotto le attuali regole internazionali, l’attribuzione di valore creato dalla generazione di dati commerciabili geograficamente rilevanti mediante l’utilizzo di prodotti e servizi digitali, la caratterizzazione di redditi derivanti da nuovi modelli di business, l’applicazione di regole correlate al paese della fonte e come garantire l’effettiva riscossione dell’IVA/GST rispetto alla fornitura transfrontaliera di beni e servizi digitali. Tale lavoro richiederà un’analisi approfondita dei diversi modelli di business in questo settore.Un rapporto che identifichi le questioni sollevate dall’economia digitale e le possibili azioni per affrontarle.  Settembre 2014
2 – Neutralizzare gli effetti dei disallineamenti degli accordi ibridiSviluppare disposizioni del Modello di Convenzione fiscale e raccomandazioni per quanto riguarda la progettazione di norme nazionali per neutralizzare l’effetto (ad esempio doppia non imposizione, doppia deduzione, differimento a lungo termine) degli strumenti ed entità ibridi. Questo può includere: (i) le modifiche al Modello di Convenzione dell’OCSE per garantire che gli strumenti e le entità ibridi (così come le entità con doppia residenza) non vengono utilizzati per ottenere indebitamente i benefici dei trattati; (ii) le disposizioni di legge nazionali che impediscano esenzione o la non imponibilità dei pagamenti che sono deducibili dal pagante; (iii) le disposizioni di legge nazionali che neghino una deduzione per un pagamento non imponibile da parte del destinatario (e non sia soggetto a tassazione in società controllata estera (CFC) o regole simili); (iv) le disposizioni di legge nazionali che neghino una deduzione per un pagamento che è deducibile anche in un’altra giurisdizione; e (v) ove necessario, orientare il coordinamento o sviluppare regole tie-breaker se più di un paese cerca di applicare tali norme a una transazione o a una struttura. Particolare attenzione dovrebbe essere data all’interazione tra le possibili modifiche alla legislazione nazionale e le disposizioni della Modello di Convenzione dell’OCSE. Questo lavoro sarà coordinato con il lavoro sugli interessi passivi, il lavoro sulle regole CFC, e il lavoro sul treaty shopping.Cambiamenti nel Modello di Convenzione Fiscale OCSE e raccomandazioni riguardanti le normative nazionali.Settembre 2014
3 – Rafforzare le norme CFCSviluppare raccomandazioni riguardanti la progettazione di regole per le società controllate estere (CFC). Questo lavoro sarà coordinato con altri se necessario.Raccomandazioni riguardanti le normative nazionali.Settembre 2015
4 – Limitare l’erosione di base imponibile tramite deduzioni di interesse e altri pagamenti finanziariSviluppare raccomandazioni per quanto riguarda le migliori pratiche nella progettazione di regole per prevenire la BEPS attraverso l’utilizzo di interessi passivi, per esempio attraverso l’uso del debito con parti correlate o terze parti per ottenere deduzioni interesse eccessivi o per finanziare la produzione di redditi esenti o differiti nel tempo e altri oneri finanziari economicamente equivalenti ai pagamenti di interessi. Il lavoro valuterà l’efficacia di diversi tipi di limitazioni. In connessione con e a sostegno dei lavori precedenti, saranno sviluppate anche le linee guida sui prezzi di trasferimento per quanto riguarda le transazioni finanziarie con parti correlate, ivi incluse la prestazione di garanzie finanziarie, derivati (compresi i derivati interni utilizzati nei rapporti tra banche), e altri accordi di assicurazione. Il lavoro sarà coordinato con il lavoro su ibridi e regole CFC.Raccomandazioni riguardanti le normative nazionali e modifiche alle Linee Guida sui Prezzi di Trasferimento.Settembre 2015 Dicembre 2015
5 – Contrastare le pratiche fiscali dannose in modo più efficace, considerando trasparenza contabile e sostanzaRinnovare il lavoro sulle pratiche fiscali dannose dando priorità al miglioramento della trasparenza, compreso lo scambio spontaneo obbligatorio relativo a regimi preferenziali, e che richieda lo svolgimento di un’attività sostanziale per qualsiasi regime preferenziale. Sarà necessario un approccio olistico per valutare i regimi fiscali preferenziali nel contesto della BEPS. Sarà necessario tenere conto delle considerazioni dei membri non OCSE per le revisioni o aggiunte al quadro esistente.Finalizzare il monitoraggio dei regimi dei paesi membri, implementare strategie per espandere la partecipazione a membri non OCSE e rivedere i criteri esistenti.  Settembre 2014 Settembre 2015 Dicembre 2015
6 – Prevenire l’abuso dei trattatiSviluppare dalle disposizioni del Modello di Convenzione Fiscale e delle raccomandazioni riguardanti la progettazione di una normativa nazionale che impedisca la concessione di benefici dei trattati in circostanze inappropriate. Il lavoro sarà anche fatto per chiarire che i trattati fiscali non sono finalizzati a generare doppia non imposizione e per identificare le considerazioni di politica fiscale che, in generale, i paesi dovrebbero prendere in considerazione prima di decidere di entrare nelle relazioni bilaterali fiscali con un altro paese. Il lavoro sarà coordinato con il lavoro sugli ibridi.Cambiamenti nel Modello di Convenzione Fiscale e raccomandazioni riguardanti le normative nazionali.Settembre 2014
7 – Impedire l’elusione artificiale dello status di SOSviluppare modifiche alla definizione di SO per impedire l’elusione artificiale dello status di SO in relazione alla BEPS, anche attraverso l’uso di accordi di commissionario e le esenzioni per attività specifiche. Il lavoro su questi temi verterà anche sulle questioni di attribuzione dei profitti.Cambiamenti al Modello di Convenzione FiscaleSettembre 2015
8 – Garantire che i Prezzi di Trasferimento risultino in linea con la creazione di valore: immobilizzazioni immaterialiSviluppare le regole per prevenire la BEPS attraverso lo spostamento di immobilizzazioni immateriali tra i membri del gruppo. Ciò comporterà: (i) l’adozione di una definizione ampia e chiaramente delineata di beni immateriali; (ii) garantire che i profitti associati con il trasferimento e l’uso di beni immateriali siano opportunamente allocati secondo (piuttosto che divergendo da) la creazione di valore; (iii) lo sviluppo di norme sui prezzi di trasferimento o di misure speciali per i trasferimenti di beni immateriali difficili da valutare; e (iv) aggiornare le Linee Guida sugli accordi di ripartizione dei costi.Cambiamenti alle Linee Guida sui Prezzi di Trasferimento e probabilmente al Modello di ConvenzioneSettembre 2014 Settembre 2015
9 – Garantire che i Prezzi di Trasferimento risultino in linea con la creazione di valore: rischi e capitaliSviluppare le regole per prevenire la BEPS attraverso lo spostamento di rischi tra i membri del gruppo, o l’assegnazione eccessiva di capitale tra i membri del gruppo. Ciò comporterà l’adozione di regole sui prezzi di trasferimento o misure speciali per garantire che rendimenti inadeguati non matureranno in capo ad un soggetto per il solo fatto che esso si sia contrattualmente assunto i rischi o abbia fornito il capitale. Le regole da sviluppare richiederanno anche l’allineamento dei profitti con la creazione di valore. Questo lavoro sarà coordinato con il lavoro sugli interessi passivi e gli altri pagamenti finanziari.Cambiamenti alle Linee Guida sui Prezzi di Trasferimento e probabilmente al Modello di ConvenzioneSettembre 2015
10 – Garantire che i Prezzi di Trasferimento risultino in linea con la creazione di valore: altre transazioni ad alto rischioSviluppare le regole per evitare la BEPS attraverso operazioni che non si sarebbero verificate, o si sarebbero verificate solo molto raramente, tra terzi. Ciò comporterà l’adozione di norme sui prezzi di trasferimento o misure speciali per: (i) chiarire le circostanze in cui le transazioni possono essere riqualificate; (ii) chiarire l’applicazione dei metodi dei prezzi di trasferimento, in particolare il metodo della ripartizione dei profitti, nel contesto delle catene di valore globali; e (iii) fornire protezione contro i tipi più comuni di pagamenti che causano BEPS, come ad esempio le management fees e le spese per la sede centrale.Cambiamenti alle Linee Guida sui Prezzi di Trasferimento e probabilmente al Modello di ConvenzioneSettembre 2015
11 – Stabilire metodologie per raccogliere e analizzare i dati relativi alla BEPS ed alle azioni per contrastarlaSviluppare raccomandazioni per quanto riguarda gli indicatori della grandezza e dell’impatto economico della BEPS e garantire che sia resi disponibili gli strumenti per monitorare e valutare l’efficacia e l’impatto economico delle misure adottate per contrastare la BEPS su una base temporale continuativa. Ciò comporterà lo sviluppo di un’analisi economica delle dimensioni e dell’impatto della BEPS (inclusi gli effetti di contagio tra paesi) e le azioni per affrontarla. Il lavoro coinvolgerà anche la valutazione di una serie di fonti di dati esistenti, l’identificazione di nuovi tipi di dati che dovrebbero essere raccolti, e le metodologie di analisi basate sia su dati aggregati (ad esempio gli investimenti diretti esteri e i dati della bilancia dei pagamenti) che su dati microeconomici (ad esempio, da bilanci e dichiarazioni dei redditi), prendendo in considerazione la necessità di rispettare la riservatezza e contribuenti ed i costi amministrativi per le amministrazioni fiscali e le imprese.Raccomandazioni circa i dati da raccogliere e le metodologie per analizzarliSettembre 2015
12 – Obbligare i contribuenti a rivelare i loro accordi di pianificazione fiscale aggressivaSviluppare raccomandazioni per quanto riguarda la progettazione di regole di trasparenza obbligatorie per le transazioni, accordi o strutture aggressivi o abusivi, tenendo in considerazione i costi amministrativi per le amministrazioni fiscali e le imprese e attingendo alle esperienze del crescente numero di paesi che hanno tali regole. Il lavoro utilizza una progettazione modulare che consente la massima coerenza, ma anche i bisogni e i rischi specifici dei paesi. Un aspetto chiave saranno gli schemi fiscali internazionali, in cui l’obiettivo intercettare tali operazioni utilizzando un’ampia definizione di “beneficio fiscale”. Il lavoro sarà coordinato con il lavoro sull’adempimento collaborativo. Esso coinvolgerà anche la progettazione e l’attuazione di modelli migliorati di condivisione delle informazioni tra le amministrazioni fiscali.Raccomandazioni riguardanti le normative nazionaliSettembre 2015
13 – Riesame della documentazione sui prezzi di trasferimentoSviluppare norme in materia di documentazione dei prezzi di trasferimento per migliorare la trasparenza per le amministrazioni fiscali, prendendo in considerazione i costi di compliance per le imprese. Le regole da sviluppare includeranno l’obbligo, per le imprese multinazionali, di fornire a tutti i governi interessati le informazioni necessarie sulla loro ripartizione globale del reddito, delle attività economiche e delle imposte pagate in base ad un comune modello.Raccomandazioni riguardanti le normative nazionali e modifiche alle Linee Guida sui Prezzi di TrasferimentoSettembre 2014
14 Rendere più efficaci i meccanismi di risoluzione delle controversieSviluppare soluzioni per affrontare gli ostacoli che impediscono ai paesi di risolvere le controversie legate ai trattati nel quadro delle MAP, tra cui la mancanza di disposizioni arbitrali nei trattati ed il fatto che l’accesso alla MAP e all’arbitrato possa essere negato in alcuni casi.Cambiamenti nel Modello di Convenzione FiscaleSettembre 2015
15 – Sviluppare uno strumento multilateraleAnalizzare le questioni fiscali e di diritto pubblico internazionale relative allo sviluppo di uno strumento multilaterale per consentire alle giurisdizioni che lo desiderano di implementare le misure sviluppate nel corso dei lavori sulla BEPS e di modificare i trattati fiscali bilaterali. Sulla base di questa analisi, le parti interessate svilupperanno uno strumento multilaterale progettato per fornire un approccio innovativo alle questioni fiscali internazionali, che rifletta la rapida evoluzione dell’economia globale e la necessità di adeguarsi rapidamente a questa evoluzione.Rapporto che identifichi le principali questioni fiscali e di diritto pubblico internazionale e sviluppare   uno strumento multilateraleSettembre 2014 Dicembre 2015